Above all

E’ da un po’ che ci penso. Ieri, poi, non ho proprio potuto fare a meno di sprecarvi più tempo del dovuto.

La mia condizione di immobilismo emotivo da un lato mi risulta comoda, dall’altro, però, comincia a starmi decisamente stretta. Non mi manca nulla, questo è il punto – è questo il mio principale veleno. Nulla detengo, nulla cerco di ottenere – mi limito ad aggrapparmi saldamente a tutto quel di cui già dispongo. 

Si, ho il tremendo sentore di non aver bisogno di niente e nessuno – e di non avere necessità alcuna di compiere i miei famosi passi (in avanti o indietro che essi siano). Ho paura, ho una paura matta di restarne deluso, scottato e nel contempo di arrecare dispiacere a chi mi circonda.

Eppure, le mie speranze non accennano a cristallizzarsi. Mi è sufficiente leggere di storie felici che hanno come protagonisti perfetti sconosciuti per provare un barlume di ammirazione – e di invidia. Ed è proprio da quest’invidia che fuggo, clamorosamente, ogni volta.

Il mio phàrmakon emotivo è lo stesso adottato dalla celebre volpe di Esopo.

Sono superiore, io. Non ho bisogno delle caratterizzazioni di vita altrui, non mi servono, non mi interessano. La gioia che tanto mi manca?

Nondum matura est.

volpeuva2

~ di Amairgen su 6 novembre 2009.

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